Non se la tira e lavora sodo Olly Murs, la stella del nuovo britpop che ha vinto X Factor in Gran Bretagna ben prima dei popolarissimi One Direction. Pur non avendo la stessa fama della band anglo-irlandese, Murs è arrivato al success con Troublemaker (3 milioni di download solo negli Usa) e oggi esce con un repack del suo album Right Place Right Time che contiene 7 nuove tracce e un dvd live di uno dei suoi concerti alla 02 Arena londinese. Ha anche inciso un duetto con Giorgia, Did I Lose You, grazie a connection della sua casa discografica. Lo abbiamo incontrato prima che approdasse da superospite a una delle puntate italiane di X Factor.
Come ti senti a intervenire da “esterno” a un programma che ti ha lanciato?
Sono cosciente che è un’esperienza che si fa una volta nella vita e un po’ mi manca tutto quello che girava intorno a quella situazione. Ora però sono concentrato sulla mia carriera e anche se ho rifatto brevemente il programma in patria, dall’altra parte, ora non so se sarebbe giusto tornarci da giudice. Quindi vado bene come ospite.
Come saresti come giudice?
Non riesco a essere orribile con nessuno, sono una persona positiva, mi reputo gentile. Molta gente però crede di essere una superstar solo per il fatto di essere in televisione e si perde di vista che la tua popolarità è basata solo sul fatto che riesci a superare gli ostacoli settimana dopo settimana. Una volta fuori dal talent sei dimenticato. E quindi ti devi costruire tutto da solo.
Credi di essere cresciuto come artista anche fuori dalla scuola della tv?
Ho venduto tanto in tutto il mondo e specie quest’anno credo sia stato un anno davvero fantastico per me. Sono sempre in fase di apprendimenti, sono però in buona compagnia perché ho 29 anni e ci sono un sacco di artisti maschili della mia generazione che sono in giro adesso. Penso ai miei idoli Micheal Bublé, Robbie Williams, Justin Timberlake.
Che cosa ti ha portato a collaborare con Robbie?
Ho fatto da supporter al suo tour perché ci siamo conosciuti durante il programma in Inghilterra, tutti dicevano che avevamo la stessa indole, ci somigliavamo, anche fisicamente. Secondo me ci sono delle somiglianze più nel modo in cui facciamo le performance che nel look. E sono contento che io gli sia piaciuto, tanto che ha accettato anche di fare un video con me. Per me la rockstar è come un professionista del calcio, può andare in alto ma poi se cade deve sapersi rialzare e così ha fatto lui. Un po’ come è successo a Kaka, che al Real Madrid non era come al Milan e ora ha di nuovo successo.
Quali sono le tue influenze musicali?
C’è il funky dei Maroon 5, la Motown, un po’ di Massive Attach, mentre il nuovo singolo Dear Darlin’ è una ballad moderna con un piglio molto tradizionale.
Cosa ti aspetti dalla tua carriera?
Voglio costruirmela passo dopo posso, voglio imparare e fare esperienze costruttive. Ovviamente a casa per tutti il bentchmark del successo sono gli One Direction ma non penso arriverò mai al loro livello, hanno troppa euforia attorno a loro, ma sono miei amici, stimo quello che fanno. Per quanto mi riguarda devo solo mettermi d’impegno per scrivere un nuovo album che spero uscirà entro l’estate prossima. E voglio fare un tour da solista anche qui in Italia. Sono solo venuto come supporter di Robbie. Ricordo la notte del concerto a San Siro, è stato un concerto enorme.
CHRISTIAN D’ANTONIO