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CLEAN BANDIT, I NUOVI SOUL II SOUL

DiChristian D'antonio

Apr 14, 2014
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Ph.: Christian D’Antonio

I figli degli anni 80 ricorderanno la ventata rivoluzionaria di mix tra hip hop, reggae e dance che caratterizzò la fine del decennio. I Soul II Soul erano pietre miliari di quel trend, che oggi rivive in qualche modo nello straordinario successo dei londinesi Clean Bandit.

La band ha lanciato il singolo Rather Be che è vicino al milione di copie in Uk e oggi arriva anche in Italia, sospinto da un passaparola tra addetti ai lavori e trend setters come non accadeva da tempo. Approdati a Milano per Elita Design Festival, i Clean Bandit sono stati accolti da fashion victim e designers come “la prossima cosa grossa” e torneranno in estate per due date.

Li abbiamo incontrati all’indomani della loro entusiasmante esibizione, che nonostante un inizio funestato da problemi tecnici, è stata a dir poco trionfale. A parlare con noi i fratelli Jack e Luke Patterson, e il violinista Nel Amin-Smith.

Che cosa avete pensato dietro le quinte quando sul palco di Milano avete dovuto interrompere lo show?
Abbiamo una storia live che va avanti da prima del 2010, quando abbiamo fatto la nostra prima incisione. Non c’era mai capitato di dover interrompere uno show, ma la gente non se n’è andata anzi, aumentavano. Molto bello suonare in Italia.

Come vi siete decisi a formare una band dance?
Abbiamo iniziato con vari vocalist perché volevamo che il suono fosse molto diverso. Non crediamo che ci siano artisti che facciano le nostre stesse cose. E anche se iniziamo a comporre sempre dal piano, le nostre canzoni sono passate da un’origine hip hop all’elettronica, facendo anche leva su un inserimento del violino che è abbastanza singolare.

Nel, hai una formazione classica?
Sì, ho studiato classica ma ora sono al centro del palco in uno show dance. Il violino attira, magari è per questo che stiamo suscitando tutto questo interesse.

Il vostro primo album deve ancora uscire e tutti stanno parlando di voi.
L’abbiamo rimandato perché in Inghilterra volevamo che uscissero altri singoli. La gente pensa che quando c’è uno slittamento c’è qualche problema, ma in realtà New Eyes è pronto da tempo e uscirà il 3 giugno. Ci abbiamo messo dentro i pezzi che abbiamo composto all’inizio della formazione, nel 2009 più tante cose scritte velocemente e naturalmente da quando la Atlantic ci ha messo sotto contratto.

Cosa ha spinto la discografia verso di voi?
Crediamo che il fatto di aver messo online molti video ci abbia fatto conoscere prima come style band e poi come musicisti. Jack ha vissuto molto a Mosca quando faceva il designer e da lì è nata l’idea di fare un video con ambientazioni russe. Siamo andati a Cuba per vacanza e abbiamo girato un video. Lo stesso si dica per il Giappone, dove abbiamo fatto delle esperienze fantastiche con uno chef superstar del sushi. Abbiamo girato una sorta di video documentario sulla sua storia. Ora dobbiamo concentrarci molto di più sulle canzoni, da quando abbiamo firmato con l’etichetta.

Che vi dicono gli addetti ai lavori?
Che dovremmo suonare di più come i Soul II Soul che sono una grande influenza. Noi siamo cresciuti col rock e poi ci siamo ampliati con il rap, la garage vintage. Nel disco ci sono 12 cantanti diversi e dal vivo non siamo come tanti altri dance act che hanno tutto campionato. Noi abbiamo i beat suonati dal vivo, con una venatura jazz che ci contraddistingue.

Fate anche cover? Da dove le pescate?
Dipende dalla vocalist che è con noi in quel momento. Abbiamo fatto a Milano Showe Me Love perchè ci sembrava perfetta con quel grande urlo iniziale. Tutti si sono esaltati.

CHRISTIAN D’ANTONIO

Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)